Stai cercando esempi di brand identity a cui ispirarti? Eccone tre fra i miei preferiti: parola di brand strategist!
Ma prima, facciamo un piccolo focus su cos’è l’identità di marca e quali elementi la compongono, per comprendere gli esempi al meglio.
Buona lettura.
Cos’è la brand identity?
Sai che trovo difficilissimo dare una definizione di brand identity? Non perché non esista, ma perché racchiude così tante sfumature che ridurli a una semplice frase mi sembra sempre limitante.
Pero ci provo: la brand identity è la personalità del business.
È la contaminazione di carattere, linguaggio, modalità con cui si mostra ai consumatori e percezioni che vuole suscitare nel pubblico.
“La brand identity riguarda la creazione di una personalità che amplifica gli elementi chiave del DNA di brand.”
Jared Rosen
Va ben oltre ciò che semplicemente vediamo. Nell’identità di brand rientrano gli elementi visivi, la voce e il tono di voce: tutto quanto ruota intorno al suo prisma comunicativo. Le parole che sceglie di utilizzare, i valori che promuove, la narrazione dei prodotti e servizi e le emozioni che genera nelle conversazioni online e offline con i clienti.
Ecco perché l’identità di marca ha a che fare con le promesse e la coerenza nel mantenerle. Regge e ha senso solo se le aspettative create vengono rispettate nell’offerta erogata e nell’esperienza di acquisto.
Come quando prenoti un bellissimo hotel a cinque stelle: ti aspetti champagne all’accoglienza, servizio in camera 24/7 e il letto più morbido su cui tu abbia mai dormito. E se non li trovi resti un po’ deluso (anche più di un po’).
Chi si occupa di costruire l’identità di marca? Figure professionali specializzate che prendono il nome di Brand strategist o Brand Designer. Per crearla, il loro studio parte dal posizionamento del brand, dalla nicchia di mercato e da mission, vision, valori e obiettivi.
Molte persone confondono la brand identity con la visual identity. In realtà l’identità visiva è solo una piccola parte dell’identità di brand.
Come creare una brand identity che risuoni nella tua nicchia
Ti anticipavo che la brand identity riguarda due aspetti della marca: gli elementi visivi e il piano linguistico. Entrambi concorrono nel rendere il brand riconoscibile e memorabile, grazie alle loro declinazioni:
il naming, il nome del brand e/o dei suoi prodotti e servizi;
il logo, la rappresentazione grafica della marca o del naming;
la palette colori, strumento chiave della memorabilità visiva del brand;
le immagini, selezionate, disegnate o scattate per evocare l’immaginario narrativo della marca;
le forme, elementi estetici riconducibili al brand. Un esempio? L’iconica bottiglietta del Campari Soda progettata da Fortunato Depero;
la grafica, la rappresentazione visiva del brand tradotta in post social, biglietti da visita, web design del sito aziendale o il packaging dei prodotti;
la tipografia, font, spazi, dimensioni, layout da combinare secondo un codice definito e condiviso;
la brand voice, proprio come una persona, anche il brand ha una propria voce, un vocabolario e una personalità che si traducono in parole, tono di voce e prossemica.
Questi otto elementi concorrono alla costruzione della brand identity. Ma come si traducono, in concreto, in un lavoro di branding? Ti porto alcuni esempi di brand identity legati a marche personali e attività locali che hanno colto nel segno. E sì, lo ammetto, sono anche i miei love brand.
3 esempi di brand identity a cui puoi ispirarti
Crushiform
Marie-laure Cruschi è un’illustratrice francese che ha portato la sua arte nell’editoria, nel lusso e nell’industria musicale. Ciò che risalta all’occhio della sua brand identity sono:
l’uso sapiente della palette colori. Atterrata sulla pagina About del suo sito, i colori di brand si trasformano in un indice da cui navigare il suo portfolio.
La grammatica delle forme e dei colori, unica e riconoscibile in ogni sua creazione. Sempre nella pagina About, usa le forme come àncora per le pagine lavori e un marchio di stile che ritroviamo spesso nella sua comunicazione, anche social.
Iuppi
Gelateria made in Puglia, con una brand voice ironica e amichevole, che piace proprio a tutti, come il suo gelato.
La sua unicità risuona proprio nella coerenza tra promessa e prodotto: il gelato è adatto a ogni cliente perché vegetale e a prova di intolleranze o allergie alle proteine del latte, ma senza alterare il classico sapore a cui siamo abituati.
Il tono di voce è caldo e gioioso, proprio come la personalità del brand. Emerge dallo studio delle parole usate nello storytelling, dai naming dei gusti, dai copy creativi che accompagnano la narrazione social. Insieme, confezionano un’esperienza da ripetere, ripetere e ripetere ancora.
Berberè
“Persone gentili che servono pizze buonissime in posti bellissimi”.
Così recita l’headline del sito web. E posso dirti che la promessa è mantenuta. Ho mangiato la loro pizza e l’ho trovata gustosa e digeribile, il personale attento e cortese, la sede perfettamente in linea con l’identità visiva che troviamo online.
La loro gentilezza li ha guidati anche in pandemia: con ogni consegna a domicilio, hanno regalato ai clienti un panetto di lievito madre, accompagnato da istruzioni per conservarlo e nutrirlo. Il rapporto con il brand continuava, così, non solo mangiando la loro pizza, ma anche preparandola in casa.
Una sintesi perfetta di memorabilità per una brand identity ben progettata.
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(fonti dell’articolo: https://www.rundesign.it/branding/brand-identity/ ; https://blog.hubspot.com/agency/develop-brand-identity#:~:text=What%20is%20brand%20identity%3F,a%20promise%20to%20your%20customers; https://www.canva.com/learn/brand-identity/ )