I personal brand sono freelance, creator o personaggi pubblici che hanno saputo mettere a frutto il proprio differenziale costruendo un’identità forte e memorabile in una nicchia di mercato. Se pensiamo a esempi di personal brand, ci viene facile pescare in memoria nomi esteri, un po’ meno metterne a fuoco di nazionali.
Se cerchi spunti in Italia, qui trovi sei personal brand a cui ispirarti.
Li ho scelti perché hanno puntato su un posizionamento chiaro, basato su valori, personalità, tono di voce e storytelling coerenti e ben studiati, di cui oggi stanno raccogliendo i frutti.
Nelle prossime righe ti racconto le loro storie. Buona lettura.
Estetista cinica: un personal brand basato sull’ironia
[Fonte: http://bit.ly/3klELMj]
Cristina Fogazzi, meglio conosciuta online come Estetista Cinica, ha costruito un business intorno alla sua personalità schietta e divertente.
Il suo esordio sui social media risale al 2012, anno in cui ha iniziato a condividere le sue vignette satiriche sul mondo dell’estetica. In pochi anni, ha portato la sua azienda a fatturare 63 milioni di euro l’anno. Tutto grazie a una personalità unica e inimitabile.
Quali sono i tratti distintivi del personal brand Estetista Cinica?
Il primo è l’assenza di una linea netta tra Cristina Fogazzi e VeraLab. La sua competenza e la presenza costante sui social l’hanno portata a diventare la prima testimonial dell’azienda. Racconta i prodotti, condivide tutorial su come applicarli, porta sugli schermi contenuti che ispirano tantissime donne ad abbracciare la propria bellezza naturale. E lo fa senza alcun timore di mettersi a nudo.
Il secondo è un’identità verbale coerente e riconoscibile su ogni canale. Copy dei social, schede prodotto, newsletter, articoli di blog hanno un file rouge impeccabile, che parla al cuore delle persone, strappando anche sincere risate.
Il terzo è la community di brand: le fagiane, il nomignolo scherzoso in cui si riconoscono tutte le sue seguaci. La forza di un brand sta nella complicità, nell’empatia, nella capacità di radunare attorno a sé persone con la stessa visione del mondo. E Cristina e il suo team di comunicazione lo hanno fatto in modo impeccabile.
Il quarto è la trasparenza, che ritroviamo sia nei contenuti personali, sia nelle scelte aziendali. Un esempio è la gestione della crisi scaturita da un calcolo errato dei suoi punti fedeltà. Cristina l’ha affrontata con coerenza, consapevole dei possibili danni reputazionali. Le sue clienti non solo l’hanno compresa, ma anche sostenuta.
Questo significa avere un personal brand forte.
Carlotta Perego e il posizionamento nella cucina vegetale
[Fonte: https://bit.ly/3YNYqDy]
Prima creator, poi influencer e oggi imprenditrice. Carlotta Perego è la professionista dietro il personal brand di Cucina Botanica, tra le più apprezzate divulgatrici nell’alimentazione vegetale.
Nella pagina “Chi siamo” del suo sito trasmette con chiarezza i suoi valori; e racconta anche il coraggio di cambiare strada, formarsi a Los Angeles in cucina vegetale e nutrizione e tornare in Italia per divulgare la sua conoscenza. Un viaggio che l’ha portata a essere il personal brand che tutti conosciamo.
Il suo elemento differenziante è aver reinterpretato il concetto di cucina vegana – spesso stigmatizzata – per renderlo più piacevole, sia al gusto che alla vista.
Intorno alla sua idea ha creato un business dedicato a persone che vogliono sperimentare un’alimentazione più sana e sostenibile, per sé e per il pianeta.
Il suo posizionamento valoriale è stato il trampolino di lancio verso un’impresa basata su una passione e una visione condivise da migliaia di persone. La vera chiave del successo.
Miss Creamy Creamy, da youtuber a creativepreneur
[Fonte: https://bit.ly/3YMv0FU]
Un altro esempio di personal brand creativo è quello di Daniela Cremona. Forse il nome Miss Creamy Creamy ti accenderà una lampadina. Laureata in Design del prodotto e della comunicazione, ha mosso i primi passi su YouTube nel 2010 condividendo tutorial di make-up. Oggi il suo business CreaMe – Carto cose ruota intorno al lettering e alla cartoleria.
Daniela è un esempio perfetto di personal brand legato alla figura del creativepreneur: ha costruito un’impresa intorno alle sue passioni e alle sue competenze, entrambe riconosciute da una community affezionata che la segue ormai da anni.
Miss Creamy Creamy è diventata imprenditrice grazie a tre punti di forza, che l’hanno sempre accompagnata:
la creatività nel puro senso artigianale. Con le sue doti artistiche, Daniela ha disegnato uno stile riconoscibile, che declina in tutti i prodotti CreaMe;
le posizioni molto nette sulla vita da mamma e imprenditrice. Non ha mai paura di esporsi sui temi che le stanno a cuore, ricevendo in cambio fedeltà e appoggio dalla community;
l’autoironia, un tratto distintivo del suo carattere, che ha portato con successo nelle sue opere, divertenti e mai banali.
[Dal sito CreaMe Shop]
Fare personal branding con la voce: Cecilia Sala e Francesco Costa
Cecilia Sala e Francesco Costa sono giornalisti, reporter e podcaster. Due nomi di spicco dell’informazione italiana, che hanno raggiunto un’enorme risonanza mediatica. Il motivo? Il loro approccio etico e concreto al giornalismo.
Cecilia ha portato la forza dello storytelling e dei valori umani in un mondo dell’informazione permeato dal sensazionalismo. Con il podcast Polvere – sul caso Marta Russo – e il podcast Stories ha lanciato la sua carriera attraverso uno strumento potentissimo: la voce.
Nel podcast prodotto da Chora Media, ha raccontato – e tutt’ora racconta – l’invasione Russa tramite le testimonianze di chi, quella guerra, l’ha vista dalle finestre di casa, dalla propria auto, dai tunnel della metropolitana. E non solo. Ogni giorno racconta storie dal mondo introvabili sui giornali.
Come lei, Francesco Costa, ha reso la sua voce la colonna sonora di migliaia di Italiani. Con il podcast Morning, ci racconta il mondo con un approccio basato sul fact-checking, lontano dai sensazionalismi dei titoli clickbait.
Grazie al suo lavoro, oggi Francesco è associato all’idea di giornalismo-verità, tipico di testate iconiche come il New York Times. Come è riuscito a farlo in Italia? Semplice, ha rischiato, raccontando la sua filosofia senza mai tradirla. Anche questo è branding.
Jago, lo scultore contemporaneo dall’anima social
Diffondere messaggi contemporanei con un’arte millenaria è il cuore del personal brand di Jago. A poco più di trent’anni, Jacopo Cardillo è già tra gli artisti italiani più apprezzati al mondo.
Con le sue opere racconta l’umanità attraverso le venature del marmo, che, nelle sue mani, si è trasformato in installazioni esposte alla Biennale di Venezia, a Napoli, a Roma e a New York. Unico è il viaggio in orbita di “First Baby” a bordo della Stazione Spaziale Internazionale durante la missione di Luca Parmitano del 2019.
La comunicazione di Jago, assieme alla sua arte, hanno creato intorno a lui un personaggio che è rimasto fedele a sé stesso fin dai primi anni. I social sono stati e sono tutt’ora il suo canale di comunicazione preferito, attraverso cui condivide dettagli e dietro le quinte delle sue creazioni.
Proprio la diffusione del processo creativo è il suo punto di forza: Jacopo lo mostra in video registrati, in live streaming e addirittura dal vivo, attraendo continuamente nuovi fan.
Strategia? Jago ha saputo senz’altro trovare nel digitale il suo alleato e la sua fortuna, diventando autorevole nel difficilissimo mondo dell’arte. Un esempio di personal brand davvero interessante da approfondire.
[Fonte: https://bit.ly/3Y5ZCkN]
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