Hai la stoffa del creativepreneur? Ecco come diventarlo

La parola creativepreneur racchiude una nuova visione imprenditoriale, che si basa su creatività, mindset, abilità personali, felicità e salute dei freelance creativi. 

Quando ho lanciato il mio progetto, ho scelto di lavorare con i creativepreneur per aiutarli a realizzarsi a loro modo, dare un senso profondo al lavoro e renderlo uno strumento di indipendenza, leggerezza e autoaffermazione. Anch’io sono una creativepreneur e oggi ti spiego chi è questa figura e come diventarlo a tua volta.  

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Chi è il creativepreneur, la definizione in italiano

Creativepreneur è una parola nuova, che spero diventi presto di uso comune nel vocabolario del mondo del lavoro. Si adotta spesso il termine entrepreneur, per indicare chi si assume dei rischi finanziari in cambio di un proprio guadagno generato dal lavoro. Ma si parla ancora troppo poco di creativepreneur, tanto che è difficile trovare risorse esaustive in lingua italiana sull’argomento. 

Ti traduco la definizione di creativepreneur scritta da Orna Ross nel 2018 sull’Urban Dictionary: 

Un creativepreneur è un imprenditore che costruisce un’impresa attorno a una missione, una passione o uno scopo personale; guidandola attraverso principi creativi e utilizzando team digitali, tools e community per espandere le proprie entrate e la sua influenza.

Per avere successo, un creativepreneur deve mescolare creatività e vendite in modi che siano egualmente estranei ai business e alle industrie creative tradizionali.”

Esempi di creativepreneur sono artigiani, copywriter, designer, fotografi, illustratori, content creator, figure che puntano sulle loro abilità creative per costruirsi un percorso professionale. 

Io stessa, con il mio brand design studio rientro nel ruolo di creativepreneur e sento di appartenerci grazie a una visione imprenditoriale che non riguarda solo me, ma vuole avere un impatto positivo sul mondo. 

Il creativepreneur vuole costruirsi una carriera nei luoghi che chiama casa, con un lavoro flessibile e magari completamente da remoto. Una carriera che si adatta alla sua idea di felicità e di work-life balance, grazie a un’impresa basata sulle abilità e i talenti personali. 

Il creativepreneur mette a frutto ciò che ama fare di più. La sua scintilla parte da una conoscenza di sé e delle sue capacità: ecco perché dietro ogni creativepreneur c’è sempre una strategia di personal branding

La visione, la missione, i valori, l’immaginifico del personal brand sono la stella polare del creativepreneur, per guidarlo verso la realizzazione di un mondo visto con il suo caleidoscopio. Ma non bastano. È importante che sviluppi anche il giusto mindset e lavori per ottenere le risorse imprenditoriali per realizzare il suo disegno. 

Nei prossimi paragrafi ci concentreremo proprio sul mindset, sulla visione e sulle azioni che puoi fare per diventare un creativepreneur.

Creativepreneur e freelance sono la stessa cosa? 

Bella domanda. Me l’hanno posta spesso quando parlando di creativepreneur le persone facevano fatica a comprendere le differenze con la figura del freelance. 

Rispetto al freelance, il creativepreneur è una figura che vuole costruire la propria attività in modo indipendente e con un approccio Purpose-Driven. 

Non si “lancia verso i clienti”, ma crea un ecosistema di marketing basato sull’attirare a sé clienti affini ai propri valori e alla propria vision tramite strategie di inbound marketing.

Per questo ha bisogno di curare il proprio personal brand, lavorando sul suo posizionamento digitale. Diversamente da lui, un freelance può proporsi ad aziende e agenzie anche solo con un portfolio, oppure acquisire nuovi clienti tramite passaparola. 

Il creativepreneur vuole fare le cose a modo suo e mettere al centro le sue priorità di vita, per esempio vivere nel proprio paese di origine, lontano dal caos delle grandi città, costruendo una carriera fruttuosa e appagante. 

Il creativepreneur è aperto a collaborazioni poiché sa che per crescere ha bisogno di alleati. Anche il freelance è aperto a collaborazioni, ma gli manca la visione imprenditoriale che è propria del creativepreneur. Lavora principalmente per altri e nella relazione si pone più come dipendente che come imprenditore. 

Qual è il mindset giusto per diventare creativepreneur 

Per diventare un creativepreneur è essenziale puntare sulle giuste risorse per far crescere il proprio progetto. La più importante tra tutte è il mindset imprenditoriale. 

Molte volte, mi è capitato di conoscere persone dalle idee e competenze straordinarie, ma con un timido approccio imprenditoriale, cruciale anche per chi vuole investire in un’impresa creativa, basata su inclinazioni e abilità individuali. 

Lavorare sul giusto mindset e sulla visione del proprio progetto, può fare davvero la differenza. E indovina cosa c’è al centro di entrambe? Proprio la creatività, la soft skill più importante per un creativepreneur. 

La creatività può aiutarti a vedere soluzioni dove non sembrano esserci, a creare opportunità di guadagno inesplorate, a gestire gli imprevisti, i problemi e i cambiamenti senza mai perdere la bussola. Le aziende sanno bene che peso ha e avrà la creatività in futuro nella scelta di un libero professionista con cui collaborare, non a caso è la terza skill più richiesta nel mondo del lavoro. 

Ma la creatività è sufficiente per essere un creativepreneur? Direi di no.

Facendo ricerche online, mi sono imbattuta in questo articolo di Scott Moroschan che elenca alcuni tratti del mindset di un creativepreneur, con i quali concordo. 

L’immaginazione 

Cartesio diceva: “La ragione non è nulla senza l’immaginazione” e lo condivido. Le capacità analitiche sono importanti, ma la luce che sa portare l’immaginazione è unica in ogni persona.

Questo vale tanto nella vita privata quanto nell’impresa. L’immaginazione ci aiuta a essere poliedrici e a guardare il mondo da prospettive sempre nuove. 

La curiosità

Riconnettersi con il proprio bambino interiore è un’altra carta da giocare se si vuole diventare un creativepreneur. Riscoprire la gioia di farsi domande, avere una mente aperta, ambire a migliorare ciò ci è intorno – non per perfezionismo, ma per la pura gioia di farlo – danno una marcia in più nel mondo dell’imprenditoria. 

La tenacia

Si dice che il concetto di resilienza sia diventato inflazionato, ma quello di tenacia resta sempre saldo in un entrepreneur. Nel percorso imprenditoriale ci sono giorni più leggeri e giorni più faticosi, giorni di gioie e giorni di porte chiuse in faccia. 

Ma la tenacia è quella soft skill che conduce verso l’obiettivo, qualsiasi cosa accada. 

La collaborazione

I creativepreneur non sono isole: per crescere nel tempo hanno bisogno di alleati, di persone appassionate, abili, competenti, che sappiano navigare nella stessa direzione. 

Saper costruire collaborazioni e relazioni solide aiuterà a rinsaldare i propri punti di forza e a limare le debolezze. In fondo, siamo umani, anche se imprenditori.

La disciplina

Ultima, ma non meno importante, è la disciplina, intesa come capacità di pianificare, organizzare, darsi degli obiettivi da rispettare e creare routine di lavoro che lo migliorino giorno dopo giorno. 

So che è un tasto dolente di tanti freelance creativi o aspiranti creativepreneur: lavorare sul mindset, in fondo, può aiutarci a diventare un po’ manager del nostro tempo.  

Lavoro con i creativepreneur da anni e in ognuno ho trovato queste caratteristiche con forza. Tutti, dopo aver individuato la loro missione, sono riusciti a realizzare il loro pieno potenziale, portando ricchezza nella loro vita e in quella dei clienti. 

Perciò, per diventare creativepreneur, non ti resta che partire da qui e iniziare a brillare. E se vuoi una mentore che ti accompagni in questo viaggio, ho messo a punto un percorso per tirarti fuori dal guscio e superare i tuoi limiti. 

Si chiama Personal Aura, il Mentoring Program dedicato ai futuri creativepreneur. Iscriviti alla lista d’attesa per conoscere in anteprima quando aprirò la prossima sessione. 

In bocca al lupo per i tuoi progetti, 

Livia. 

Ciao, sonoLivia

Mi chiamo Livia, sono una Copywriter e Brand Designer. Aiuto consulenti e imprenditori creativi a distinguersi senza snaturarsi e a emergere per il loro valore personale e professionale.

Mi occupo di PERSONAL BRAND e creo strategie di branding che mettono al centro le persone, le loro storie e la loro unicità.

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